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Rovereto, 21 maggio 2010 La decisione del candidato sindaco Andrea Miorandi di respingere la proposta di apparentamento con i Verdi per il secondo turno di ballottaggio nelle elezioni comunali di Rovereto rappresenta un pessimo segnale per il futuro della città e per un corretto rapporto tra le forze politiche del centrosinistra e con i cittadini. Per la seconda volta, come già nella fase pre-elettorale, è purtroppo prevalsa la logica partitocratica, di cui Andrea Miorandi è rimasto irrimediabilmente prigioniero, dimostrandosi privo di autonomia politica e di capacità di autentica innovazione e apertura. Già prima della presentazione delle liste e delle coalizioni, era prevalsa una linea di chiusura partitocratica, con il PD prigioniero di una operazione neo-centrista fondata sul diritto di veto reciproco e sulla incapacità di formare (come invece è avvenuto a Riva del Garda, dove non a caso si è vinto con ampia maggioranza fin dal primo turno) una coalizione di centrosinistra autonomista larga, aperta e plurale al proprio interno, capace di valorizzare le differenze come una ricchezza per la coalizione e per la città di Rovereto. Il candidato sindaco Mauro Previdi e la lista “Rovereto Viva – VERDI” si sono presentati ai cittadini, chiedendo il consenso per un profondo rinnovamento politico e culturale, per un rilancio economico e sociale nel quadro di uno sviluppo ecologicamente sostenibile, per nuove politiche sociali adeguate alla grave fase di crisi attuale, per rimettere al centro le persone, la comunità e l’ambiente attraverso nuove relazioni umane, sociali e politiche, per la massima trasparenza istituzionale e partecipazione democratica, per una nuova etica pubblica e moralità nei comportamenti politici e istituzionali. L’operazione neo-centrista, di cui è rimasto prigioniero il PD, è clamorosamente fallita: le forze politiche che l’hanno sostenuta hanno ottenuto risultati assai modesti e i loro massimi esponenti sono rimasti fortemente penalizzati dal voto dei cittadini. Qualunque persona dotata di raziocinio si sarebbe aspettato che la lezione del voto venisse accolta e interpretata quanto meno in vista del secondo turno elettorale. Ma così non è avvenuto: la presunzione di autosufficienza – che già tanti danni ha prodotto dal 2008 a livello nazionale – si è riprodotta in modo insensato anche a Rovereto, nonostante dichiarazioni assai diverse e più responsabili sia da parte del segretario provinciale del PD, sia da parte dei suoi candidati più votati a Rovereto. La lista “Rovereto Viva – VERDI”, che era stata costretta ad una presentazione autonoma proprio per sottrarsi a logiche di esclusione partitocratiche, e che ha visto premiata la propria linearità e coerenza dal consenso dei cittadini (ancora più ampio, attorno al 10%, nelle circoscrizioni), dopo il voto di domenica 16 maggio aveva manifestato sia pubblicamente che personalmente ad Andrea Miorandi la disponibilità a ricomporre unitariamente la coalizione del centrosinistra autonomista per il secondo turno di ballottaggio. La presenza dei Verdi nella coalizione avrebbe costituito anche una garanzia di trasparenza, di coerenza e di ritrovato pluralismo politico e culturale, per candidarsi insieme a vincere la sfida del ballottaggio del 30 maggio. Ammantato da belle parole vuote di contenuto, e anche da qualche palese falsità (i Verdi non hanno mai “manifestato appoggio” a Miorandi, ma hanno invece dichiarato la disponibilità a farlo solo in base ad una alleanza con pari dignità e alla luce del sole, ricevendo in cambio allusioni a proposte di sottogoverno, da noi ovviamente rifiutate), il comunicato stampa con cui Andrea Miorandi annuncia in modo irresponsabile il suo rifiuto ad apparentamenti con i Verdi o con altri, e proclama spudoratamente la sua presunzione di autosufficienza, costituisce una palese dichiarazione di impotenza e di mancanza di autonomia politica rispetto al ricatto partitocratico dei partiti minori della sua coalizione. “Errare humanum est, perseverare diabolicum”: riproporre negli stessi termini la logica di esclusione e di autosufficienza già sperimentata nel primo turno, senza nessuna lungimiranza e senza nessuna capacità di innovazione, rappresenta a nostro parere il miglior servizio che Andrea Miorandi potesse fare al suo avversario Guglielmo Valduga e costituisce il preannuncio gioioso di un possibile suicidio politico, purtroppo a questo punto largamente prevedibile e irresponsabilmente meritato. La lista “Rovereto Viva – VERDI” denuncia pubblicamente tutto questo con tanta maggior energia e indignazione, quanto più era stata sincera e trasparente la propria disponibilità a ricomporre al secondo turno quell’unità del centrosinistra che non si era voluta realizzare al primo per una logica prevaricatoria di arrogante esclusione. Noi eravamo disposti a superare queste difficoltà e a guardare avanti con lungimiranza e apertura, considerando soltanto l’interesse dei cittadini e il bene comune della città di Rovereto. Evidentemente qualcuno ha confuso questa nostra trasparenza, pulizia e coerenza con una forma di dabbenaggine, pensando di incassare il consenso dei Verdi nel momento stesso in cui ne veniva sancita l’esclusione. Questo qualcuno si è sbagliato: i Verdi sono generosi, ma non stupidi; sono trasparenti ma non invisibili. Questa operazione partitocratica e arrogante di Andrea Miorandi, e della sua coalizione presuntamente autosufficiente, non avrà il nostro consenso ed è destinata al fallimento, come è già avvenuto per altre pretese di “autosufficienza” a livello nazionale nel recente passato. E questa nostra totale estraneità sarà manifestata liberamente dagli elettori verdi nel modo che riterranno più significativo e opportuno: con la scheda bianca, con la scheda nulla o non partecipando al voto. Una grande occasione per il centrosinistra e per la città di Rovereto è stata persa. Ancora una volta è prevalsa la logica della arroganza e la presunzione partitocratica. Rovereto meritava di più e di meglio. I Verdi continueranno ad operare, in Consiglio comunale e nelle circoscrizioni (con sette eletti), nella società civile e tra la gente per continuare a dare di più e di meglio, fuori da ogni logica di potere e con la consapevolezza di un impegno che continua e continuerà più forte di prima. Mauro Previdi
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